Analisi in situ

Tecniche e strumentazioni per fare diagnostica dove l’opera è conservata, in musei, scavi archeologici, centri di restauro.

         

La radiografia  – digitale – di dipinti, sia su tela che su tavola permette di ottenere informazioni sullo stato di conservazione, sulle caratteristiche dei supporti, sulle tecniche realizzative e sugli strati pittorici sottostanti la pellicola pittorica finale.

La tomografia può essere utilizzata con successo per tutte quelle opere per le quali è importante anche la terza dimensione, come ad esempio statuette, vasi, ornamenti o altri manufatti. Permette di vederne l’interno in modo non invasivo, ottenendo informazioni fondamentali sul loro stato di conservazione e sulle tecniche costruttive.

Gli strumenti sviluppati sono caratterizzati da diverse risoluzioni spaziali  e permettono di indagare oggetti di varie dimensioni e tipologie. Gran parte dei nostri sistemi di analisi sono trasportabili e permettono quindi di effettuare analisi direttamente nei musei o nei laboratori di restauro, previa autorizzazione del nostro esperto qualificato.

      

      

Fluorescenza X (XRF)

La fluorescenza a raggi X (XRF) è una tecnica di analisi che può essere applicata alla maggior parte dei materiali inorganici. Le sue caratteristiche (capacità di effettuare analisi multielementali in tempi brevi, non invasività/non distruttività), unite alla possibilità di utilizzare una strumentazione portatile, che renda quindi possibile effettuare analisi in situ, la rendono particolarmente adatta alle applicazioni nel campo dei beni culturali.

L’identificazione degli atomi costituenti il campione avviene tramite l’analisi dello spettro X che questo emette in seguito all’eccitazione prodotta dai raggi X primari. Le energie emesse sono infatti caratteristiche delle specie atomiche presenti nel materiale e permettono così di individuare in breve tempo (misure tipicamente dell’ordine di qualche minuto) la composizione atomica dell’oggetto in esame. 

Per avere informazioni sui composti presenti è necessario affidarsi a ipotesi stechiometriche, o effettuare ulteriori analisi utilizzando tecniche complementari che forniscano informazioni anche in questo senso (per es. Raman e spettroscopia IR).

Applicazioni comuni di questa tecnica sono l’identificazione delle diverse leghe metalliche componenti un manufatto, dei coloranti utilizzati per la colorazione dei vetri, dei pigmenti impiegati nella realizzazione di un’opera.
Con strumentazione dedicata è inoltre possibile ottenere mappe di distribuzione elementale:
XRF imaging
Scanner multitecnica UV-FTIR-XRF

     

     

L’analisi multispettrale è una tecnica in riflettanza che consiste nell’osservazione di un’immagine prodotta rispettivamente da:

  • la radiazione riflessa dall’oggetto nella regione del visibile (Imaging Tricromatico RGB, Macrofotografia, Macrofotografia a luce radente);
  • la radiazione riflessa dall’oggetto nella regione del vicino infrarosso (Fotografia dell’Infrarosso riflesso);
  • l’interpolazione dell’immagine infrarossa dell’oggetto con le tre immagini acquisite nella banda del Rosso, del Verde e del Blu (Fotografia in Falsi Colori);
  • la radiazione di fluorescenza emessa dall’oggetto utilizzando una sorgente di raggi ultravioletti (Fotografia di Fluorescenza ultravioletta).

Con queste tecniche trovano visibilità le qualità morfologiche e le proprietà materiche dell’oggetto in esame, quali:

  • gli spessori pittorici (tramite l’Imaging Tricromatico RGB)
  • le tracce esecutive come il ductus della pennellata e le varie incisioni ed interferenze visive dei supporti (con la Macrofotografia)
  • il disegno preparatorio (con l’Infrarosso)
  • gli eventuali interventi restaurativi (con l’Ultravioletto).

     

     

La spettroscopia Raman si basa sulla diffusione anelastica della luce da parte del campione e può fornire informazioni sulla composizione molecolare, i legami chimici, la fase e la struttura cristallina del campione in esame; permette di analizzare materiali in diversi stati: gas, liquidi e solidi amorfi o cristallini. Le sue applicazioni in archeometria sono molteplici, dalla caratterizzazione fisico-chimica non distruttiva di pigmenti pittorici all’identificazione del tipo di roccia o di gemma presenti nei manufatti. Tale caratterizzazione può fornire un importante contributo ai progetti di restauro e di conservazione delle opere d’arte o di reperti archeologici, fornendo dati essenziali sulla loro natura, l’eventuale stato di degrado e, a volte, sulla loro provenienza. 

 

 

 

La Spettroscropia Infrarossa in Trasformata di Fourier (FT-IR) in modalità portatile è una tecnica diagnostica non distruttiva e non invasiva in grado di analizzare la composizione molecolare dei materiali non metallici. In particolare, è possibile analizzarne la componente organica, non rilevabile con altre tecniche diagnostiche. 

La spettroscopia FT-IR viene sempre più utilizzata per l’analisi superficiale dei materiali e dei manufatti nella fase preliminare al restauro, ottenendo informazioni utili per la scelta della migliore metodologia operativa.

Scanner multitecnica UV-FTIR-XRF