Piccolo, preciso e potente: arriva MACHINA, l’acceleratore portatile per i beni culturali
Sarà realizzato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e aiuterà esperti e ricercatori a studiare in modo non invasivo opere d’arte e reperti storici.
Il progetto ha un finanziamento di 1,7 milioni di euro e vede la collaborazione di INFN e CERN.
Un acceleratore di particelle di nuova generazione, frutto della collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Il CERN, dedicato interamente ai beni culturali. È questa la carta d’identità del progetto MACHINA (Movable Accelerator for Cultural Heritage In-situ Non-destructive Analysis) per la costruzione, presso i laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure (OPD) di Firenze, di un acceleratore compatto trasportabile, basato sulla tecnologia di quadrupolo a radiofrequenza (HF-RFQ) sviluppata al CERN, da dedicare a tempo pieno allo studio non invasivo dei materiali di reperti storici e opere d’arte.
Negli ultimi anni, il grande sviluppo delle tecniche diagnostiche per lo studio dei beni culturali ha portato a un incremento delle richieste di supporto scientifico da parte di storici dell’arte, archeologi e restauratori. Grazie allo sviluppo di nuova strumentazione portatile, oggi sempre più frequentemente sono i ricercatori a spostarsi, evitando il delicato (e a volte impossibile) trasporto delle opere d’arte, spesso però a discapito delle prestazioni delle analisi, normalmente inferiori a quelle ottenute nei laboratori fissi.
Da qui l’idea di realizzare MACHINA, un nuovo acceleratore dedicato interamente alle applicazioni per i beni culturali, trasportabile, di stanza all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. MACHINA sarà realizzato con una tecnologia sviluppata al Cern che consentirà di realizzare un acceleratore di alta precisione e dimensioni contenute (circa 2 metri di lunghezza per 300 kg di peso), che potrà essere trasportato nei luoghi in cui sono conservate opere inamovibili (es. affreschi), di grandi dimensioni, o non trasportabili per le fragili condizioni di conservazione.
Il progetto vedrà il coinvolgimento delle strutture della rete per i beni culturali INFN-CHNet e sarà un primo passo verso la realizzazione di strumentazione portatile ad alte prestazioni.