La fisica nucleare analizza l’Arte Nucleare di Enrico Baj
E’ una sfida particolare quella che si trova ad affrontare il gruppo di Firenze di CHNet presso l’Archivio Baj di Vergiate. L’istituto Nazionale di Fisica Nucleare si trova infatti impegnato per la prima volta nell’analisi di quella che Enrico Baj definì “Arte Nucleare”. Il progetto, presentato dallo storico dell’arte Luca Bochicchio nell’ambito delle call di E-RIHS.it e che vede coinvolto anche il CNR-ISTM di Perugia, ha come scopo quello di caratterizzare coloranti e leganti utilizzati da Baj e risalire al processo compositivo, allo scopo di individuare le relazioni esistenti tra tipologie di materiali scelti dall’artista e modalità di utilizzo degli stessi ai fini processuali ed espressivi.
Enrico Baj (Milano 1924-Vergiate 2003) è stato nel 1951 uno dei fondatori del Movimento Arte Nucleare. L ’ispirazione del gruppo è, appunto, l’energia atomica, che se con le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki aveva dimostrato il suo potere distruttivo, negli usi civili prometteva energia sicura e pulita rinnovabile. L’impiego congiunto di pittura a olio e smalti industriali, diversamente emulsionati con acqua, porta Enrico Baj alla definizione di una tecnica chiamata “acqua pesante”, che nel campo della fisica nucleare indica l’acqua deuterata.
Nonostante la ricerca scientifica rappresentasse per l’artista un termine di riferimento eorientamento fondamentale per la poetica nucleare, la pittura di Baj non è stata mai affrontata finora dal punto di vista chimico-fisico. Il progetto “Baj Nucleare” si propone di colmare questa lacuna e fornire per la prima volta un ventaglio di dati tecnici provenienti dall’analisi dei materiali utilizzati da Enrico Baj nei suoi quadri.